Sondaggio sulle conseguenze psicologiche della seconda ondata di Covid-19
Come emerso da un sondaggio dell’Università di Basilea, la prima ondata della pandemia ha messo a dura prova molte persone in Svizzera. Adesso la seconda ondata di Covid-19 ci travolge nel cuore della stagione più buia dell'anno. Un ulteriore sondaggio nel contesto dello «Swiss Corona Stress Study» analizza il modo in cui l’elevato numero di infezioni e le restrizioni nella vita quotidiana si ripercuotono sulla psiche.
In primavera, l’avvicinarsi dei mesi estivi ha lasciato intravedere uno spiraglio di luce, promettendo attività all’aperto e la speranza di un calo del numero dei contagi. Adesso, con la seconda ondata di Covid-19 all’inizio dell’inverno, sono di nuovo entrate in vigore misure che limitano fortemente soprattutto la vita sociale. Non è ancora possibile fare previsioni sulla fine della pandemia, e questo per molte persone potrebbe rappresentare di nuovo una grande difficoltà. Pertanto, anche le autorità sanitarie si concentrano maggiormente sulle possibili conseguenze psicologiche.
I ricercatori guidati dal Prof. Dr. Dominique de Quervain dell’Università di Basilea stanno nuovamente esaminando le ripercussioni sul benessere psicologico della popolazione svizzera nell’ambito dello «Swiss Corona Stress Study». La compilazione del sondaggio online anonimo, svolto a livello nazionale, richiede circa 20 minuti di tempo ed è disponibile in tedesco, francese e italiano.
Oltre alle domande su stress e sintomi depressivi che permettono un confronto con i sondaggi precedenti, la nuova inchiesta contiene anche domande sulle misure attuali e sulle loro conseguenze. L’obiettivo è individuare i possibili cambiamenti rispetto alla situazione verificatasi in primavera e identificare le strategie che la popolazione potrebbe adottare per contrastare le ripercussioni psicologiche. I ricercatori mettono a disposizione delle autorità sanitarie i risultati dello studio e le conclusioni che ne derivano.
Il primo sondaggio dello «Swiss Corona Stress Study» aveva mostrato che il lockdown della scorsa primavera aveva causato reazioni diverse. Mentre una metà degli intervistati ha dichiarato di non aver riscontrato grandi cambiamenti o addirittura di aver constatato una riduzione della percezione dello stress, per l’altra metà il lockdown ha portato a un aumento dello stress. La frequenza di gravi sintomi depressivi era già aumentata durante il lockdown ed è rimasta elevata anche nel periodo di parziali allentamenti delle restrizioni.
Contatto
Università di Basilea, Transfaculty Research Platform Molecular and Cognitive Neurosciences, tel. +41 61 207 02 37, Email: dominique.dequervain@unibas.ch